Diumenge / Domenica

di Gabriel Ferrater
Els ocells de la llum se'n van a jóc
i ens deixen a les branques un subtil
tremolor de petites veritats.
Cal perdre l'ànima d'arbust. Un altre
sentiment transitori s'ha gastat.
Ens aixequem, i amb por de no saber
retrobar a temps qui som i què volem,
anem tornant ben poc a poc. La tarda,
la brasa imatge nostra, nerviosa
però abnegada mare de la cendra,
s'apaga, i es respira la pudor
del tabac refredat. Hem estat sols,
però ara embussem els colls d'embut
(colzes amb colzes, passos que es fan nosa)
per vessar dins el poble l'imprecís
record d'uns camps trencats, al.luvials
deixes de camions, d'uns camins curts
com un alè cansat, i uns arbres vius
que ja se n'ha fet llenya. Ens confonem
amb els que s'han quedat, i que ara surten
dels balls i de las coves de penombra
gelatinosa, i tots trepitgem besos
que la tarda ha endurit, i ara es parteixen
en dues valves, com un musclo, i cauen.
Un nen que se li ha rebentat el globus
llança un plor viperí. Tots ens mirem
i riem satisfets. Cap de nosaltres
no es veu amunt per l'escala dels éssers.
Gli uccelli della luce se ne vanno a dormire
e ci lasciano sui rami un sottile
tremito di piccole verità.
Bisogna perdere l'anima d'arbusto. Un altro
sentimento transitorio si è sciupato.
Ci alziamo e, con il timore di non saper
ritrovare in tempo chi siamo e che cosa vogliamo,
ce ne torniamo molto lentamente. A sera,
la brace a nostra immagine, nervosa,
ma coscienziosa madre della cenere,
si spegne, e si respira un cattivo odore
di tabacco stantio. Siamo stati soli,
ma ora ingorghiamo i colli d'imbuto
(gomito a gomito, passi che si ostacolano)
per riversare dentro al paese l'impreciso
ricordo di campi spezzati, di alluvionali
resti di camion, di sentieri corti
come un respiro stanco e di alberi vivi
già diventati legna. Ci confondiamo
con quelli che son rimasti e che ora escono
dai balli e dalle tane di penombra
gelatinosa, e tutti calpestiamo baci
che la sera ha indurito, e che ora si aprono
in due come le valve di un mollusco, e cadono.
Un bambino al quale è scoppiato il palloncino
lancia un pianto viperino. Tutti ci guardiamo
e ridiamo soddisfatti. Nessuno di noi
si vede in alto nella scala degli esseri.
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