Tan vehement, va dir-se un calamar,
faig el ridícul: un raig fi de tinta
ja desvia aquests monstres, ben poc crítics.
Perduda l'abundància del cor,
va descobrir la voluptat formal:
mentir-se objectivitat en l'arabesc
i fer-s'hi encara veure, subjectiu.
De l'urc de no amagar-se gaire, en deia
sinceritat: de la por de trobar-se
massa exposat, sentiment de l'estil.
Lliurat a l'esperança que els espasmes
de l'aigua li anirien a favor,
deia fe en el llenguatge. Va morir
devorat: l'inefable el va temptar.
Così aggressivo, si disse un calamaro,
sono ridicolo: un fine raggio d'inchiostro
già depista questi mostri, assai poco critici.
Perduta l'abbondanza del cuore,
scoprì la voluttà formale:
mentirsi oggettività nell'arabesco
e con tutto ciò mostrarsi ancora soggettivo.
La posa orgogliosa per non celarsi troppo, la chiamò
sincerità: il timore di trovarsi
troppo esposto, sentimento dello stile.
Consegnato alla speranza che le convulsioni
dell'acqua lo favorissero,
ripose fede nel linguaggio. Morì
divorato: l'ineffabile lo tentò.
Altre poesie di Gabriel Ferrater tratte da Curriculum vitae. Poesie 1960-1968 a cura di Pietro U. Dini
Da quando nel 2002 ho scoperto l'opera di Gabriel Ferrater, il poeta catalano è diventato un fiume alle cui rive, come affermava una volta Milosz, «quando la vita fa male» ritorno spesso.
In Italia non è molto noto. Anzi, credo sia poco conosciuto perfino dai poeti. In Francia Ferrater è stato presentato e tradotto (Les femmes et les Jours, Editions Du Rocher, 2004) da William Cliff (1940), un altro poeta poco frequentato qui da noi. Artista belga francofono (di lui, nel 2002, Gallimard ha ripubblicato le prime due raccolte, Homo sum del 1973 e Ecrasez-le del 1976 e, più recentemente, nel 2007, la raccolta Immense Existence), Cliff fu iniziato alla poesia proprio da Ferrater. In Gran Bretagna la traduzione delle poesie dell'autore catalano si deve ad Arthur Terry (1927-2004). Studioso di letteratura spagnola del XVI e XVII secolo, negli anni Sessanta, in piena repressione franchista della cultura catalana, aveva vissuto un periodo a Barcellona, diventando amico di molti poeti della sua generazione. L'antologia delle poesie di Ferrater, uscita nel 2004 con il titolo Women and days (Arc Publications), possiede un'introduzione di Seamus Heaney che sempre negli anni Sessanta, a Belfast, grazie al professor Terry, aveva avuto modo di conoscere la situazione catalana (per certi versi simile a quella irlandese) e la poesia dell'autore di In memoriam.