Da troppo tempo ormai il "voler fare" dell'artista ha preso il posto del "poter fare", per cui oggi la cosiddetta arte contemporanea, al culmine delle sue pretese romantiche, si è completamente dimenticata del mestiere e dello sforzo che sono necessari per superare la resistenza della materia. Ecco un'altra cosa che ho dovuto imparare con fatica: la disaffezione dell'arte, della letteratura, rispetto al suo habitus artigianale è una grandiosa mistificazione che ha impoverito il mondo. Da questa povertà si può rinascere, a patto che si ricominci dai rudimenti di ogni singola arte, a patto che la libido della scrittura non prenda il posto del piacere per l'opera. A patto che si abbia l'umiltà di riconoscere i limiti di ogni arte.